Italo Testa – Teoria delle rotonde

Leon Ferrari – Roundabout I (1981)

Uscito nel 2020 per l’editore Valigie Rosse nella collana Caratteri diretta da Paolo Maccari e Valerio Nardoni, Teoria delle rotonde di Italo Testa è uno dei titoli finalisti al recente Premio Bologna in Lettere 2022, nella sezione Opere edite.
Nella sua nota critica su Teoria delle rotonde redatta per Bologna in Lettere Marilena Renda scrive:
“Partendo dal presupposto che un’esperienza di lettura è in ogni caso l’attraversamento di un territorio sconosciuto, la lettura di Teoria delle rotonde. Paesaggi e prose di Italo Testa (Valigie Rosse 2020) è un’esperienza che ha molto a che vedere con la complessità delle nostra esperienza del mondo e con la capacità di un testo di agire a più livelli, scardinando non solo le aspettative del lettore ma anche la sua tradizionale modalità di lettura lineare. Come è stato notato altrove, è un principio di movimento che muove la pagina di Testa; in altre parole, attraverso la varietà di forme, le variazioni nei caratteri, la differenziazione delle tipologie di testo, la presenza delle immagini (foto di Testa ma rielaborate da Riccardo Bargellini), l’uso delle iterazioni e in generale l’andamento fortemente sperimentale, il lettore è spinto ad abbandonare ogni automatismo percettivo e sollecitato a connessioni impreviste. Innanzitutto, va esplicitata la struttura dell’oggetto in questione: Teoria delle rotonde non è un libro di poesia, certamente non in senso tradizionale: è concepito come una raccolta di testi di natura diversa, concepiti anche in periodi diversi; costituiscono semmai, com’è detto nella nota dell’autore, un tentativo di scrivere un saggio sul paesaggio contemporaneo, e sono noti gli scambi, per fortuna molti e proficui, tra la saggistica e la poesia degli ultimi anni.”
Il libro contiene dodici fotografie dell’autore rielaborate da Riccardo Bargellini e una nota di Paolo Maccari.
Di seguito una breve selezione di testi tratti da Teoria delle rotonde.

Da IL PAESE GUASTO:

Cancelli

Appunti per un saggio sull’Italia
contemporanea.

Come dovrebbe iniziare?

Un saggio sul nostro paesaggio umano, e
naturale, e civile?

Sul paese guasto?

Dai cancelli.

Non dai muri, non dalle piante, non dagli
abitanti.

Ma dalle recinzioni.

Dalle griglie.

Dalle cancellate metalliche.

Recinzioni per ville, condomini, imprese.

Soprattutto le case private, orlate,
contornate da reti.

Il reticolo fitto che contorna le nostre
dimore.

La grande trama di ferro battuto a
protezione dei giardini, dei cortili.

Le numerose variazioni stilistiche.

La successione discorde, difforme, delle
griglie, degli elementi verticali,
orizzontali e trasversali.

Le varie altezze, le sbarre ora sottili ora
larghe.

Perché la recinzione è necessaria, a questa
latitudine, dà una sensazione di ordine.

Poche staccionate, troppo basse, effimere.

Rare le palizzate.

Perché la cancellata forgiata dà una
sensazione di sicurezza.

Differenze salienti nell’uso della cancellata
nel paesaggio italiano, francese, tedesco,
inglese.

Nuovi terreni per la comparatistica?

Dare ragione del primato italiano nell’uso
della recinzione nelle case private.

Prescindere sperimentalmente da valutazioni
relative al fattore B.

Documentare fotograficamente le numerose
cancellate facilmente scavalcabili, di
altezza circa un metro, viste in aperta
campagna, intorno a case isolate o a gruppi.

Diverse modalità del mostrare, del far
vedere, del far apparire.

Le cancellate lasciano vedere l’interno,
separano facendo apparire l’interno come
privato.

Fenomenologia delle inferriate.

Soffermarsi a lungo su questo punto.

Descriverne le forme possibili.

Riflettere sull’uso dell’acciaio inox.

Sulla differenza tra cancelli scorrevoli e a
battente, basculanti e automatici.

Soffermarsi sulla diversa sonorità dei nostri
passaggi d’ingresso, sull’estrosa e caotica
successione dei parapetti.

Un saggio sull’estro del carattere italiano,
sull’inesauribile variazione dei recinti su
misura, fai da te.

Individualismo dei cancelli.

Il genio nell’invenzione di barriere,
simboliche, architettoniche.

Possibili titoli per un saggio sull’Italia
contemporanea.

Cancelli.

Il recinto guasto.

Il paese dei serramenti.

A Benevento, 12 agosto, arrestati tre
rumeni perché rubavano cancelli (e porte, e
ringhiere).

§§§

Da TEORIA DELLE ROTONDE:

• teoria delle rotonde • degli anni zero • come sono
comparse • dove • le rotatorie • lo zero in figure • a blocchi
• bianchi e rossi • modulari • di plastica • blocchi mobili
• trapezoidali • migrano • a serpentina • s’intarsiano •
compongono geroglifici • sull’asfalto •

§§§

• teoria delle rotonde • e dei semafori • degli incroci
in città • nel recinto periurbano • gli spazi quadrati
• i motori accesi • le emissioni sui bordi • sul quadrato
• delle opposizioni • l’incrocio dei fari • poi le rotonde
• le intersezioni a raso • figurazioni • degli anni zero •
si espandono • per gemmazione • blocstar a contrasto •
sul grigio • blocstar a grappoli • baliroad 800 • per spazi
temporanei • di giorno in giorno • cambiano • si piegano
su un lato • fanno un’ansa •

§§§

• teoria delle rotonde • nella città playmobil • la provvisorietà
dello spazio • la strada componibile • e l’immissione • nel
lego urbano • delle rotonde • o rotatorie • chi è già dentro
• può continuare a girare • andare in tondo • chi è dentro
• è dentro • la precedenza • a chi è già incluso • declino
della ripartizione • dell’equità • dei diritti di precedenza •
tramonto • della regolazione impassibile • dei semafori •
della distribuzione • del tempo •

§§§

Da NON LUOGO A PROCEDERE:

4. [sostanza]

Devono poter dimenticare. Finché ti ricordi di una
cosa, l’hai vista spesso, non sarà mai tua: tua come deve
poter essere per entrare in una poesia, e diventare d’altri.
Anche i luoghi non ricordano, almeno non da soli: non
possono ripescare, richiamare dal fondo cose e eventi.
Ma hanno memoria. Possono avere una memoria fisica,
che sta lì, anche se nessuno potrà mai più richiamarla.
Perché contengono, come pozzi, serbatoi, sono recipienti
di tracce, impronte, calchi. Anche le poesie non ricordano
e sono fatte della sostanza inconscia della memoria.

§§§

5. [microsolchi]

Vorrebbe che le sue poesie fossero fossili biometrici
scagliati nello spazio. Oggetti strani, punteggiati da
microsolchi e tracce più o meno visibili. Oggetti che
spesso nascono in transito da un luogo all’altro: appunto
tracce, registrazioni, campionamenti, tapes, dove un
viaggio d’andata e ritorno da Venezia a Sarajevo diventa il
catalizzatore di una memoria d’ostilità immagazzinata in
forma compressa anche negli altri luoghi dove trascorre,
dalla periferia sud di Milano ai dintorni della base militare
di San Damiano.

(Italo Testa, Teoria delle rotonde – paesaggi e prose, Valigie Rosse, 2020)

Italo Testa vive a Milano. Tra i suoi libri di poesia: L’indifferenza naturale (Marcos y Marcos, 2018), Tutto accade ovunque (Aragno, 2016); La divisione della gioia (Transeuropa, 2010). E’ compreso nell’antologia di poesia europea Grand Tour. Eine Reise durch die junge Lyrik Europas (Hanser, 2019). Direttore della rivista di poesia, arti e scritture L’Ulisse, è cordinatore del lit-blog leparoleelecose. Insegna filosofia teoretica e teoria critica all’Università di Parma.

Immagine di copertina: Manuela Sagona – Atelier Blu Cammello

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