Luigi Carotenuto – Krankenhaus

Immagine di Wolfgang Tillmans

Krankenhaus in tedesco significa ospedale e Krankenhaus è anche il titolo della breve silloge poetica di Luigi Carotenuto, uscita nel 2020 per Gattomerlino/Superstripes nella collana Quaderni di pagine nuove, curata e diretta da Piera Mattei.
La silloge è composta di ventinove testi, tutti assai brevi: pochi versi, in alcuni casi addirittura un unico verso, ma non siamo nel campo (oggi assai frequentato) dell’haiku e neppure ci troviamo di fronte a uno scontato minimalismo: direi piuttosto che la scrittura di Carotenuto è essenziale, fatta di immagini scarne che potrebbero rimandare al cinema di Robert Bresson.
Com’è scritto nella presentazione (anch’essa di poche righe) di Leonardo Barbera: “Questi testi raccontano un evento, sono una cronaca di come si costruisce un’assenza, quando l’oggetto di questa assenza non è ancora sparito, ma si immagina la sparizione. Così l’immaginazione inizia la sua battaglia con gli oggetti reali: vincendo e perdendo senza sosta. Direi che è una cronaca fantastica, in presa diretta, degli spostamenti continui della psiche per arrendersi al vuoto o riempirlo con ciò che rimane: la memoria.”
La raccolta Krankenhaus è stata recentemente pubblicata in Francia, per i tipi di Éditions du Cygne, con la traduzione di Irène Duboeuf.
Di seguito una selezione di testi tratti da Krankenhaus:

1

S’incrina la fede, figuriamoci un osso.
L’abitudine si spezza, la sigaretta
non proietta spirali di fumo.
Lo strappo urta, stride la monotonia,
resetta costrutti mentali epocali.

* * *

5

L’ospedale è elastico,
a prova d’immaginazione,
supporta insanie,
applica suture,
satura i colori, il tempo.

* * *

12

Non sono capace di devozione.
Se vuoi, però, so trovarti
i difetti migliori, quei pregi
presentabili che non destano invidia.

* * *

18

Non ho ripassato la lezione
oggi, maestra: mi occlude la mente
al germinare d’occhi, di cose.
La lezione non la ripasso,
voglio nutrirmi
di tutto
il visibile,
succhiare la luce. Mi spiace,
signora, la lezione è scivolata di mente,
nel mio orto chiuso.

* * *

19

Il bar è un santuario per i disperati.
La perpetua del barista la dà a bere a tutti
da sempre. A sera raccolgono con le mance
battute infelici, licenziamenti, divorzi,
braci di cronaca.

* * *

26

Dimenticavo, distratto, che non c’eri più.
Andavo in cucina con l’idea di trovarti operoso
e restavo deluso come un bimbo
senza più gettoni.

* * *

28

I ricordi non hanno sangue,
muscoli, odore. Non puoi stringerli,
succhiarli, sono coperte
fatte di niente.

(Luigi Carotenuto, Krankenhaus, Gattomerlino/Superstripes, 2020)

Luigi Carotenuto è nato a Giarre (CT) nel 1981 e vive a Castell’Arquato (PC). Ha pubblicato i libri di versi L’amico di famiglia e Vi porto via (Prova d’Autore, 2008 e 2011), Taccuino olandese, Gradiva n° 48, rubrica Sguardi a cura di Mario Fresa (Olschki editore, 2015) e Krankenhaus (gattomerlino, 2020). Collabora con la rivista l’EstroVerso diretta da Grazia Calanna, trattando prevalentemente di poesia contemporanea, arte e psicologia. Una selezione di suoi testi, tradotta in francese a cura di Irène Dubœuf, è stata pubblicata sulle riviste Terre à ciel e Terres de femmes.

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