Doris Emilia Bragagnini – Claustrofonia

Mark Rothko - No.9 (Dark over Light Earth) (1954)
Mark Rothko – No.9 (Dark over Light Earth) (1954)

Una breve selezione di testi poetici tratti dal libro Claustrofonia (sfarfallii – armati – sottoluce) di Doris Emilia Bragagnini, uscito nel 2018 per Giuliano Ladolfi Editore.

“Doris Emilia Bragagnini – calma solo in apparenza, al massimo entità ctònia, sotterranea come certi fiumi carsici del suo Friuli – semina inquietudine e centellina, rintana vigore anzitutto nel Linguaggio, ecco qui: nel verbo di cui fa, erige ogni volta un nuovo fulcro e un nuovo incipit, per il corpo e l’anima, per la vita e la Storia, per la poesia e la sua essenza…” (dalla prefazione di Plinio Perilli, intitolata “Tu voce che vieni dagli inferi smessi”)

Claustrofonia

il muro tace, non risponde più
si lascia guardare angolandosi
in riproduzioni lessicali nei passi
o sfarfallii – armati – sottoluce

ogni tanto un urto di temperatura
differente, a porte chiuse ] tolte le dita
da maniglie ingoiate a sorsi uscite laterali
agglomerate al bolo circolante, contropelle

la risalita dei ricordi sfida il cemento
dell’anima in guardiola, divelta e sugosa
chiaroscuro del Merisi

stretto chicco d’uva fragola come fosse un uragano
moltiplicato a schizzi su pareti in guanti bianchi
divaricate a terra ora

“ … tu aprimi al tuo fiato singultato, viola di Tchaikovsky ”

* * *

Angelique

mi decido per un foglio bianco
colore non a me predestinato
e sono così fragili le ossa di una curvatura stagna
ingobbita tartaruga ride del tempo, sfodera dentini
per obliterare i varchi

– ognuno aspetta nessuno – quando modera la notte

Angelique smette le ali – vola – come una farfalla
appesa all’incestuoso senso fatto ramo di ciliegio
bacchetta di un dolore esponenziale, a scelta
d’eterocromia latente riempie la bocca di parole rosse
come frutti o sangue claudicanti, d’interrotto scioglilingua

* * *

Sbuffo capitale

nel bieco patetismo di un pupazzo
– non sono mai stata così rotta –

non si ha più sonno quando si teme d’invecchiare
le mani si fanno lunghe quanto rovi senza more
le dita raddoppiano si moltiplicano, come d’inverno
uncini verso il cielo e passa di qui spesso
un vento spurio di corpuscoli odorosi
rastrella i segreti della via li soffia sul collo

a volte uno chignon inganna lo spillone
un nodo per alture da giraffa offre la nuca

* * *

Apnea del ticchettio

scende una mano sulla testa
tiene agitando la corolla del provare a vivere
e sbatte sbatte cerca lo stacco l’addormentamento netto
il krak che sia notturno rimanere subacqueo, respiro
senza bolle di speranza – ricordo lucine polveri nel sole

c’è un treno nell’orologio riga le guance da nord a sud
si ferma all’orlo di un pudore fatto cometa

* * *

Forse dicembre

di là di te
non devo fingere, aspetto senza sapere cosa
una piccola goccia spremuta dal niente
un pallido fiore di caramello

di là di te
c’è una finestra sempre chiusa
filtra i rami nel vento
il gracchiare dei corvi il mio sguardo, oltre le spalle

* * *

Madame Confetto

non so se fu l’ovatta, quella che poi mi soffocava
riempitiva della bocca o il fazzoletto legato sopra il capo
ma mi parevi mobile così rigidamente stesa
nelle mani giunte in petto l’innaturale separazione
dal mondo al mondo sembrava uno scherzo

viola i capelli muovevano l’aria
pareva di festa la corrente – leggera – tra finestre attigue

infestava l’ambiente il profumo
stordiva di giacinti nelle tempie ondeggianti ordinate
poi o prima schiacciai sul topo, gli uscivano gli occhi
più volte ogni volta che schiacciavo sulla pancia gonfia
sembrava uno scherzo

* * *

Oggetto della prassi

resta uno spazio sempre
tra l’essere di ora e la parola
colmato solo poco dall’esistere di sguardo
il rimandare stop del fotogramma
per timore che non abbia buona luce
impressa copertina sulla pagina invisibile
la non rivelazione – da qui all’eternità

[Doris Emilia Bragagnini, Claustrofonia (sfarfallii – armate – sottoluce), Giuliano Ladolfi Editore, 2018]

Doris Emilia Bragagnini: suoi testi sono presenti in alcuni periodici online e cartacei tra cui «Carte nel Vento» a cura di Ranieri Teti, «EspressoSud» a cura di Augusto Benemeglio, «Noidonne» e «Kenavò» a cura di Fausta Genziana Le Piane, in varie antologie (tra cui Il Giardino dei Poeti, ed. Historica e Fragmenta premio Ulteriora Mirari ed. Smasher), in blog e siti letterari come «Neobar» e «Il Giardino Dei Poeti» (collabora in entrambi come redattrice), «Carte Sensibili», «Via Delle Belle Donne», «La Poesia e lo Spirito», «La Dimora del Tempo Sospeso», «Poetarum Silva», «WSF», «Linea Carsica».
Ha partecipato ai poemetti collettivi La Versione di Giuseppe. Poeti per don Tonino Bello e Un sandalo per Rut (ed. Accademia di Terra d’Otranto, Neobar 2011). Il suo libro d’esordio è OLTREVERSO il latte sulla porta (ed. Zona 2012). Menzione speciale per il testo Claustrofonia, sezione “Una poesia inedita” Premio Lorenzo Montano 2013 e per il testo
Di fuga Soluta nel 2016. È stata premiata con segnalazione la silloge inedita Claustrofonia al Premio Lorenzo Montano 2017 e premiata ancora con segnalazione al Premio Lorenzo Montano 2018 per la poesia inedita Determinismo Verticale.

Claustrofonia

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