Claudio Dal Pozzo – Spunta per il viaggio verso ovest

Foto di Robert Adams

Con la raccolta Spunta per il viaggio verso ovest Claudio Dal Pozzo vinse, nel 2022, la 7^ edizione del Premio “Arcipelago itaca” per una raccolta inedita di versi – Opera prima, aggiudicandosi la pubblicazione nel catalogo della casa editrice diretta da Danilo Mandolini.
La raccolta è suddivisa in cinque sezioni: Un Moleskine già scarabocchiato, Isol-azioni, Preghiere laiche, Stanza 76-1 e La cassetta degli attrezzi.
Scrive Mauro Barbetti nella motivazione del Premio: «Dal Pozzo è anche artista visivo che nelle sue tele, per lo più astratte, utilizza e impasta materiali diversi; potremmo dire che anche in poesia sembra mirare a questo, a creare un sostrato ibrido di parole, un tessuto lessicale materico e variegato, così come è variegata la nostra vita. Viene qui impiegata una lingua che appare vera, contemporanea, viva, così calata e in piena adesione agli oggetti d’uso che connotano e definiscono il nostro presente, una lingua che è distante anni luce da quel “poetichese” che sa di falso e/o già sentito. Ma gli aspetti originali della silloge non finiscono qui. Non si può infatti non evidenziare quel “fil rouge” che percorre l’intera opera, quella sorta di colonna musicale di sottofondo che l’autore ha ben interiorizzata. Dal Pozzo ci dà conto di questo offrendoci persino, a margine dei testi, i link youtube ai brani e alle clip citate nei suoi versi, quasi a voler instaurare un rapporto ipertestuale o extra-testuale tra dimensione poetica e dimensione musicale.».
Dal Pozzo ha recentemente partecipato a Colpi di voce, nell’ambito di Bologna in Lettere 2024: qui la nota critica a lui dedicata, scritta per l’occasione da Nerio Vespertin.
Di seguito una selezione di testi tratti da Spunta per il viaggio verso ovest.

Da UN MOLESKINE GIÀ SCARABOCCHIATO:

Remigio aspetta di morire
e intanto getta pane bagnato
alle tortore e ai piccioni
tra un’ora – le sei e mezza –
mangerà un pugno di riso
una mousse di mela e un boccone d’aria
ululerà più tardi alla moglie con l’Alzheimer
sentendosi ancora pater familias
e impartendo ordini come a un bracco

ci portava a fragole nella Bassa
la Bianchina blu
l’odore di nylon caldo
e il sugo che colava per le braccia

§

i nuovi lampioni a risparmio energetico
danno una luce meno calda
basta farci un minimo di esperienza
e non è più stranezza l’eco di latte
che arriva piano delicato agli occhi
e tutto filtra di morbidezza non a fuoco

come quando si guarda dalla finestra
senza fotografare il cortile o la strada
lasciando che le retine essudino ricordi

§§§

Da ISOL-AZIONI:

un paio di pilsner cecoslovacche
e alcune decine di gocce magiche
per stordire l’angelo del lunedì dopo Pasqua
e permettergli sonni brevi e ripetuti
fino al caffè di domattina già nel filtro della moka

di barbecue non c’è che la salsa del discount
e il fumo unto che impiastriccia capelli e maglie
anche quest’anno non bisticcia con panni stesi
o finestre desiderose di accogliere l’aprile

ci fosse almeno qualche commensale
con cui aprire una scatoletta di Simmenthal

§§§

Da PREGHIERE LAICHE:

sono grato ai giorni sempre diversi
pure se a noi gente dell’ovest
sembrano comitive di gitanti cinesi
sono grato alla miopia di latte
e alle quinte che regala ai miei spettacoli
sono grato alla musica rock
mezzo di contrasto che scalda le vene
al calcare che satura il rompigetto del lavandino
e all’acqua assetata di aceto per tornare alla bocca
alla fodera sana del cappotto sono grato
che trattiene le chiavi fuggite a tasche bucate

sono grato al respiro di gomma
si allunga e si accorcia per tenere il tempo
del cuore

§§§

Da STANZA 76-1:

fare e non fare

e sei gatta che fa le fusa
quando le accarezzi la collottola
socchiude gli occhi lucidi
per la fatica di ricordare i passi da non fare
la stanza dove si cena
come si risponde al telefono
chi non è che ti fa visita

§§§

Da LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI:

SPUNTA PER IL VIAGGIO VERSO OVEST

una ciambella da gonfiare con la bocca
e la giuntura che ti graffia l’eritema
un libro con il dinosauro che salta fuori
e tu fai grrr e la faccia cattiva
tre spille sopra il bavero di jeans
e un pacchetto azzurro pallido di Gauloises
l’ultimo numero di Ciao 2001
con il poster dei Van Halen nella pagina di mezzo
la sciarpa fintoBurberry dei banchetti del mercato
i Ragazzi di Via Paal e un po’ di lacrime
che poi alla fine muore Nemecsek
uno zaino vuoto da riempire di silenzi
e riporci le scarpe quando camminerai
dentro te stesso

(Claudio Dal Pozzo, Spunta per il viaggio verso ovest, Arcipelago itaca, 2022)

Claudio Dal Pozzo nasce a Verona nel 1967. Di formazione umanistica, dopo gli studi classici del liceo, si laurea in giurisprudenza e management pubblico. Lavora dal 1991 presso l’Università di Verona, dove coordina i servizi dipartimentali di Scienze Giuridiche.
La sua ricerca poetica attuale attinge a tematiche e a lessici contemporanei.
Nel 2021 risulta tra gli autori selezionati per la sezione premi speciali del Premio di Poesia Inedita “Ossi di Seppia”. Nello stesso anno riceve la segnalazione d’onore per la raccolta inedita Spunta per il viaggio verso ovest nell’ambito del Premio “Lorenzo Montano”. Nel 2022 risulta tra i quattro vincitori nella sezione poesia inedita del Premio di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” e si classifica al secondo posto nella sezione poesia inedita del Premio Nazionale di Poesia in lingua italiana “Umbertide – XXV Aprile”.
Da qualche tempo sperimenta un diverso linguaggio artistico inserendo su tela, ancora prima dei colori, materiali diversi.

Lascia un commento