Carlo Tosetti – Wunderkammer

The Archduke Leopold Wilhelm in His Gallery at Brussels by David Teniers the Younger (1610-1690) 1651. Kunsthistorisches Museum, Vienna
David Teniers il Giovane – La galleria dell’Arciduca Leopoldo Guglielmo a Bruxelles (ca. 1651) -Vienna, Kunsthistorisches Museum

Per sopravvivere svolge il lavoro di impiegato, per vivere si occupa di scrittura e naturopatia: così scrive di sé Carlo Tosetti nelle scarne ed essenziali note biografiche che chiudono la sua raccolta Wunderkammer.
Uscita nell’aprile del 2016 per Edizioni Pietre Vive nella collana I Cento Lillo, diretta da Antonio Lillo, Wunderkammer colpisce per la ricchezza del linguaggio poetico: una ricchezza costruita in maniera naturale e mai inutilmente ostentata.
Nel testo intitolato Il collezionista, Tosetti scrive: “Di che sostanza siano i ricordi, dove siano collocati (la memoria è dentro di noi? fuori di noi?), se siano risultato di mirabili assetti chimici o genericamente «energetici», tutto ciò è sconosciuto. Certo è che i ricordi, durante lo svolgersi delle nostre esistenze, ci contrassegnano e ci pla­smano.”
Così, attraverso la chiave dei ricordi, Tosetti ci fa entrare nella sua camera delle meraviglie, ci fa conoscere la sua personale collezione di mirabilia: troviamo luoghi, animali, piante, oggetti, ma anche rumori, odori, sensazioni , in una catalogazione in versi di grande impatto e suggestione.
Il libro è corredato delle immagini icasticamente surreali ad opera della coppia di illustratori ALE+ALE
Di seguito alcune poesie tratte da Wunderkammer:

LA PROVINCIALE

Rotola un riccio sulla provinciale,
balugina sfatta la foglia
macerata nel guazzo
e quest’anno i castagni
li si mormora sterili.
L’umido s’agglutina
dolcemente alle ossa,
il fiato tuo defluisce
in un rivolo fino alla falda
e berremo noi l’inverno,
tutto a primavera.

* * *

LANTERNE

Bruciammo lanterne cinesi,
ma una scampò ed i venti curiosi,
che tagliano e irridono tavolieri e gole,
verticali s’annodano intubati
e sbocciano dall’occhio corolle
immani e imbronciati solinghi
un raggio infilano ognuno,
sazi mirando il proprio cantone,
per tanto daffare s’addormono
e lei galleggiò fino ai mari incoscienti,
ché la videro spiriti forse satolli.

* * *

ARDORE

È relativo contare i gradini
della Moschea del Re Vivente;
lo è anche il gusto piccante,
l’appartenenza ed il prezzo
di un vecchio montone.
Relativo è l’aspetto
gordiano di un nodo,
come del sale l’odore,
il buio rispetto al suo luogo,
oppure il mio misero ardore.

* * *

ARTICO

Ho visto inabissare,
che il narvàlo spira,
ultimo il corno
rivolto all’aurora
e dal dorso gli squarci
sfiatare il soffio
sui ghiacci a levante.
Laggiù dove insorge
tenue la lunga mattina,
perduti gli arpioni,
s’adunano i morti.

* * *

FOLAGHE

Anche pativano le folaghe
d’essere canoniche
nei giorni di magro
(le racconta l’Artusi,
a migliaia in un giorno
nei pressi di Pisa,
dibattersi vinte nel lago,
con carni modeste
ma beffarda abbondanza)
e tramontati gli scempi
le scovo alla banchina,
dove muore la corrente
anelando il riposo e la mollìca,
a rallegrare i posteri
di nemico lignaggio.

(Carlo Tosetti, Wunderkammer, Edizioni Pietre Vive, 2016)
Carlo Tosetti (Milano, 1969), vive a Brivio (LC). Per so­pravvivere svolge il lavoro di impiegato, per vivere si occu­pa di scrittura e naturopatia. Ha pubblicato le raccolte Le stelle intorno ad Halley (LibroItaliano, 2000) e Mus Norve­gicus (Aletti, 2004).
Il link per accedere al blog di Carlo Tosetti: musnorvegicus.blogspot.it

Wunderkammer copertina

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